Fonti storiche d’archivio ci permettono di affermare con sicurezza che la morfologia originaria del complesso conventuale fosse composta da due cortili, attorno ai quali si svolgevano le attività dei Francescani ivi residenti.
Nel 1800 la vita del convento si svolgeva sicuramente intorno a due chiostri: quello attuale, più uno minore orientato a nord-est. Del secondo non abbiamo fonti d’archivio che ne descrivano le fattezze, però abbiamo mappe catastali e planimetrie dell’epoca che ne delineano i contorni.
Dopo la soppressione degli Ordini religiosi nel 1866, con la costruzione della Regia Scuola Industriale (1921), il chiostro, ormai di proprietà della scuola venne coperto da un doppio tetto in cemento armato con lucernaio del tipo per capannoni industriali e fu adibito in un primo tempo a mostra dei prodotti, in un secondo tempo ad officina meccanica.
Una relazione tecnica del 9 dicembre 1988 della Soprintendenza ci informa che il cortile del chiostro viene totalmente liberato da tutte le superfetazioni esistenti sia architettoniche che strutturali che tecnologiche.
Fu nel corso di questi lavori che vennero portati alla luce gli affreschi, dei quali si era persa la memoria.
Il chiostro è formato da un cortile quadrato cinto da un porticato coperto avente sei fornici per lato, ogni fornice custodisce una lunetta affrescata.
Lo spazio centrale interno, come vuole la tradizione, era allestito a giardino e ospitava al suo centro una cisterna pluteale o forse una fontana.
Mentre nella chiesa l’ornamento è in funzione della preghiera, i chiostri si arricchiscono di immagini, di raffigurazioni, di simboli che inducono alla meditazione con suggestioni legate alla natura, alla vita del Cristo e dei santi, ma non solo, in esso si sperimenta sul piano essenziale l’idea della fraternità. Il chiostro è il vero centro regolatore e determinatore non solo del ritmo vitale dell’intero complesso e della vita comune, ma soprattutto di quella amicizia spirituale che è la sorgente segreta della vita che circola e si comunica da frate a frate.
II chiostro ha il pregio di ospitare degli affreschi riguardanti la vita e i miracoli di S. Francesco d’Assisi e la storia dell’Ordine Francescano in genere.
L’autore degli affreschi è ignoto, essi si attribuiscono agli stessi Frati che abitarono il convento nei primi del ‘700. Pochi elementi nelle lunette affrescate ricordano l’umile fraticello intriso della forte carica spirituale che l’ha reso celebre e che lo portava a vivere di stenti e di rinunce, e a chiamare fratello e sorella tutte le creature.
Qui, negli affreschi del chiostro, si avvertono poco le varie fasi del raccoglimento e della tensione spirituale del santo oppure quel suo semplice e dignitoso modo di vivere in letizia ed in pace con i fratelli che tanti artisti del passato hanno rappresentato. Essi possono essere organizzati in base ai portici di pertinenza:
– Corridoio vita dei santi sul lato nord-est;
– Corridoio dei martiri sul lato sud est;
– Corridoio delle clarisse sul lato sud ovest;
– Corridoio lato chiesa sul lato nord ovest.
Il pittore non tende a colori svariati, ma tende quasi ad una specie di bicromia che va dalla tinta gialla alla terra di Siena naturale. Questa bicromia che sfugge dai verdi e dai rossi squillanti, conferisce purezza alle pitture, le quali, in verità, non hanno nulla del declamatorio che si riscontra nelle pitture barocche.
Iconograficamente le immagini si identificano con la tradizione della pittura claustrale del catanese. L’autore è di una sobrietà di tinte veramente impressionante, diremmo quasi che riesca aristocratico nell’uso delle terre e dei gialli.
Nella delineazione dei volti, egli non ci dà pluralità di atteggiamenti, anzi si direbbe che i volti siano inscritti in una sagoma comune; ma, appunto per questo, l’affresco riesce più ingenuo e più saporoso, come un canto liturgico ad una o a due voci.
Gli affreschi e l’intera struttura, dopo l’ultimo intervento condotto dalla soprintendenza nel 1992, rimasero in un totale stato di abbandono e di degrado.
Con grande sforzo e caparbietà, i Frati Minori sono riusciti ad ottenere il restauro completo concluso il 12 dicembre 2022 che ha riportato il Chiostro al suo antico splendore.